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ABITAZIONE


La politica abitativa



Nel 1937- 38 Luigi Figini e Gino Pollini elaborano un progetto per la nuova sistemazione di un quartiere operaio Olivetti a Ivrea: questi studi riprendono le proposte avanzate dagli stessi architetti nel piano per la Valle d'Aosta e si fondano su di un'impostazione di ispirazione razionalista, con edifici disposti secondo l'asse eliotermico, a distanze tali da per-mettere un corretto soleggiamento di tutti gli edifici. Sulla scia di questo progetto, proprio Figini e Pollini realizzano tra il 1939 e il 1941 una casa a schiera a Borgo Olivetti, a ridosso della scuola materna, destinata ad alloggiare 24 famiglie di dipendenti. L'intervento più importante in questi anni si realizza nel quartiere Castellamonte. Questo insediamento era stato già indicato dal Piano Regolatore redatto da Piccinato, Devoti e Figini nel 1938. Nel 1940, Figini e Pollini elaborano il progetto definitivo nel quale, tuttavia, il numero di edifici proposti è superiore a quello effettivamente realizzato. Tra il 1940 e il 1942 vengono realizzate solo sette case per famiglie numerose per un totale di 28 alloggi. Figini e Pollini si ispirano a modelli architettonici affermati in quegli anni nella cultura architettonica internazionale: quella stessa cultura che i due architetti milanesi hanno avuto modo di frequentare direttamente grazie alla partecipazione ai Ciam, i Congrès Internationaux d'Architécture Moderne.

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A ridosso dell'intervento di Figini e Pollini, tra il 1948 e il 1952, Marcello Nizzoli e Gian Mario Oliveri realizzano sei case unifamiliari destinate a dirigenti Olivetti. Poco dopo, Nizzoli e Oliveri realizzano due case per dipendenti con quattro alloggi ciascuno (1951) e un edificio nell'estremità ovest dell'area, la cosiddetta casa a 18 alloggi (1954-55). Quasi contemporaneamente alla costruzione del quartiere Castellamonte, inizia l'edificazione di un'altra area del comune di Ivrea, lungo la strada statale Torino-Ivrea. I primi interventi riguardano la zona di Canton Vesco: qui, nel 1943, Ugo Sissa costruisce un primo fabbricato con 15 alloggi per dipendenti dell'azienda. Seguiranno altri sette fabbricati (per un totale di 86 alloggi) edificati su progetti di Sissa, Italo Lauro, Annibale Fiocchi e Nizzoli. Fiocchi e Nizzoli sono anche autori di gran parte degli edifici costruiti negli anni successivi, tra cui sette case a schiera di due piani dotate di orto e giardino per ogni alloggio (1952-54). Canton Vesco assume la forma di un quartiere in grado di ricostruire un tessuto sociale di base, secondo modelli che si diffondono in quegli anni in Italia su esempi soprattutto britannici e scandinavi. Nel 1957 la Olivetti affida a Luigi Piccinato l'incarico di progettare un quartiere in località Bellavista, a Ivrea. L'insediamento è già previsto dal piano del 1938 ed è confermato dal successivo piano del 1954. Il complesso sorge su di un'area di 320.000 metri quadrati ed è destinato ad accogliere circa 4.000 abitanti: vengono anche previsti edifici religiosi, scuole, servizi sociali, attività commerciali e sportive. Importante è il compito dell'Ufficio Consulenza Case Dipendenti (UCCD): l'assistenza dei dipendenti Olivetti nella costruzione, riparazione o adattamento di abitazioni. L'ufficio concede prestiti con un interesse del 4% fino alla copertura del 60% dell'intera spesa e fornisce gratuitamente il progetto e la direzione lavori. L'ufficio, diretto da Emilio Aventino Tarpino, elabora tra 1949 e il il 1969 più di 600 progetti e, con la sua attività, contribuisce a creare un paesaggio edilizio di notevole qualità formale e costruttiva. La Olivetti si affida anche alla consulenza di altri progettisti: nel 1958 Figini e Pollini e Franco Albini e Franca Helg vengono incaricati di studiare schemi tipologici di riferimento in seguito applicati dall'UCCD. Il numero maggiore di interventi viene eseguito nell'area del Crist, su terreni che la Olivetti cede a una cooperativa di dipendenti.

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Anche lontano da Ivrea la Olivetti intraprende iniziative analoghe. L'intervento più noto è il quartiere INA-Olivetti che Luigi Cosenza progetta a Pozzuoli in parallelo alla costruzione dello stabilimento. Realizzato tra il 1952 e il 1963 in tre lotti, il quartiere INA-Olivetti sorge su di un'area di 20.000 metri quadrati, di cui 2.500 di superficie costruita. Le case vengono aggregate secondo uno schema a corte, in una sequenza continua di fabbricati di tre piani uniti dai corpi scala. Come nel caso dello stabilimento, alla progettazione del quartiere collaborano Nizzoli e Porcinai: il primo per lo studio del colore, il secondo per la sistemazione del verde. Nel 1968, Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d'Isola sono incaricati di progettare un edificio per dipendenti Olivetti nel primo insediamento Olivetti a Ivrea: l'Unità Residenziale Ovest, meglio conosciuta come "Talponia"(1968 - 1971). Sempre a Ivrea, Igino Cappai e Pietro Mainardis progettano e costruiscono il Centro di Servizi Sociali e Residenziali Est "La Serra" (1967-75), complesso destinato ad assolvere molteplici funzioni.

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