Ivrea e la Olivetti
La piccola città di Ivrea si trova in Piemonte, in un area denominata Canavese, particolarmente importante da un punto di vista geografico e geologico: a caratterizzare il sito è la presenza di numerosi laghi, di un parco naturale, il Gran Paradiso, primo parco nazionale italiano creato nel 1922, e, soprattutto della collina morenica di Ivrea, detta "La Serra", di origine glaciale, di 25 Km di lunghezza che, con la sua linea diritta, segna l'orizzonte e il paesaggio. La storia della città è legata al nome della Olivetti, che ne ha segnato il destino economico e il paesaggio culturale per quasi un secolo: da un punto di vista architettonico Ivrea è il più famoso luogo in Italia in cui durante il XX secolo le idee del Movimento Moderno hanno avuto un fertile terreno di sperimentazione. Le architetture e i progetti urbani della città, legate a Olivetti, sono state costruite da famosi architetti, che hanno avuto la possibilità di creare nuovi modelli e linguaggi dell'architettura, ripensando alle esperienze internazionali in modo originale. Nel 1990 Ivrea è stata segnata da una profonda crisi produttiva e finanziaria dell'azienda, che ha portato alle soglie del 2003 al completo disfacimento delle unità produttive dell'azienda e alla cessione del marchio.
Tra il 1997 e il 1998 è stato eleborato un programma culturale ed economico per arginare la crisi: tale programma è stato chiamato Officine Culturali ICO, in cui i termini Officina e Culturale evocavano esplicitamente il legame della città con il suo passato produttivo ed economico e sociale svolto dalla Olivetti nella città. Una delle sezioni del programma è consistita nell'organizzazione del Museo a cielo aperto dell'architettura moderna di Ivrea, aperto al pubblico nel 2001. A partire da questo, una serie di progetti ha cercato inoltre di sensibilizzare un pubblico allargato sulla necessità della valorizzazione del patrimonio architettonico e, attraverso esso, di rilanciare l'economia della piccola città industriale.
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Camillo Olivetti
- Camillo Olivetti (1868-1943)
Camillo Olivetti nasce a Ivrea nel 1868.
Nel 1891 si diploma in Ingegneria al Regio Museo Industriale di Torino (futuro Politecnico di Torino) sotto la guida del fisico Galileo Ferraris. Nel 1896 con due soci - Dino Gatta e Michele Ferrero - impianta a Ivrea il primo stabilimento industriale, la Cgs (Centimetro, Grammo, Secondo), che si
occupa della produzione di strumenti di misurazione elettrica. Inizia contemporaneamente la costruzione del primo edificio, la cosiddetta "fabbrica in mattoni rossi". Nel 1904 la fabbrica viene trasferita a Milano ma nel 1908, con la fondazione della Società Ing. C. Olivetti e C. (Ico), le attività produttive tornano a Ivrea.
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La prima Olivetti
Al ritorno a Ivrea da un secondo viaggio negli Stati Uniti, compiuto nel 1908, Camillo Olivetti inizia gli studi per la prima macchina per scrivere: nel 1911 viene presentata la M1 all'Esposizione Universale di Torino. Intorno al 1910, accanto alla produzione di macchine per scrivere si avvia
anche la progettazione e produzione di macchine utensili. Nel periodo di guerra la produzione bellica sostituisce l'usuale produzione di macchine per scrivere.
Nel 1914 il personale della fabbrica ammonta a circa 200 operai e 70 impiegati. Nel giro di un decennio, le dimensioni della società quasi raddoppiano: nel 1924 la produzione arriva a circa 4.000 macchine l'anno con 400 operai. Nel 1926, il personale giunge a 500 dipendenti e la produzione a
8.000 macchine. Nel 1929 la produzione passa da 8.000 macchine a 13.000. Nel 1932 la Olivetti diviene una Società per Azioni con un capitale sociale di 13.000.000 di lire.
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Adriano Olivetti
Nel 1933 Adriano Olivetti assume la carica di direttore generale. Olivetti è nato a Ivrea nel 1901 e ha conseguito la laurea in Ingegneria Chimica Industriale presso il Politecnico di Torino nel 1924. L'anno successivo si reca negli Stati Uniti. L'esperienza decisiva viene dalla visita agli stabilimenti della Ford a Highland Park e River Rouge e della Lincoln a Detroit. Al ritorno a Ivrea, Olivetti inizia a lavorare nell'azienda di famiglia. Negli anni seguenti una serie di profonde trasformazioni interessano la società e le sue attività. L'impegno dell'ingegnere è rivolto al prodotto e alla sua immagine: nel 1928 viene costituito un Ufficio Pubblicità da lui stesso diretto. La collaborazione con architetti e artisti si concretizza anche dal punto di vista dell'architettura industriale. Nel 1934, Luigi Figini e Gino Pollini sono chiamati da Adriano Olivetti a realizzare il primo ampliamento della fabbrica. L'incarico affidato ai due giovani architetti milanesi sembra indicare la volontà da parte di Olivetti di rivolgersi agli architetti italiani più vicini all'architettura moderna internazionale. Nel 1943, come molti intellettuali antifascisti, Olivetti trova rifugio in Svizzera. Nel maggio 1945, Adriano fa ritorno a Ivrea: inizia da
questo momento una nuova fase di riorganizzazione ed espansione della Olivetti. Nel 1958, il numero di addetti Olivetti è di 14.200 persone nella sola Italia, mentre quello delle 17 consociate nel resto del mondo ammonta a 10.000. L'espansione produttiva si accompagna all'espansione fisica della fabbrica: nei 20 anni successivi alla guerra, a causa della saturazione delle aree, il complesso si disloca lungo via Jervis e nel territorio intorno a Ivrea.
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La crescita industriale
In una fase di espansione che si prolunga dalla fine degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta, la Olivetti arriva a detenere il 27% del mercato mondiale delle macchine per scrivere e il 33% del mercato delle calcolatrici. La fine degli anni Cinquanta coincide tra l'altro con l'ingresso dell'azienda nel settore degli apparati elettronici. Tuttavia, gli stessi anni sono segnati da una battuta d'arresto: l'acquisto nel 1959 della maggioranza delle azioni della Underwood, società leader mondiale nel
settore delle macchine per scrivere, provoca un'eccessiva esposizione finanziaria della Olivetti. La morte di Adriano Olivetti, nel 1960, colpisce l'azienda in un momento in cui si sta tentando un ripianamento dello stato di indebitamento. Il risanamento economico viene fondata su di una politica
di tagli e scorpori: il più importante intervento è la vendita alla General Electric della sezione grandi elaboratori elettronici. Tra l'altro, i primi anni Ottanta coincidono con un periodo di intenso impegno nel campo delle telecomunicazioni e della telematica, un orientamento che viene sancito dall'accordo con l'americana AT&T la quale entra nella Olivetti come socio di minoranza. Alla soglia dell'ultimo decennio del secolo, però, le prospettive dell'industria a Ivrea e nel Canavese appaiono del tutto mutate: molte attività produttive vengono spostate in luoghi dove il costo della manodopera risulta più basso mentre maggiori prospettive sembrano avere i settori dei servizi e della ricerca. Nel 2002 l'acquisizione della Olivetti da parte della Telecom segna la chiusura di tutte le attività produttive.
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